Disagio Creativo

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Disagio Creativo n.012

I cambi d’ora mi mettono in crisi per l’intera giornata. Oggi newsletter un pochino diversa…

“The fool doth think he is wise, but the wise man knows himself to be a fool”

― William Shakespeare, As You Like It

Per gran parte della mia vita ho osservato le cose in una sorta di ottica binaria: c’è la vittoria e c’è la sconfitta; c’è il giusto e lo sbagliato; c’è il bene e il male.

L’abbiamo forzatamente imparato, con lo sport, con la scuola, con la Chiesa. Finendo poi per giudicarci poiché facciamo coincidere la vittoria all’approvazione degli altri: dei genitori, degli amici, della società (di Dio !?! 😒).

Spesso mi sono giudicato rispetto a uno standard, molto severamente a volte, perché non sempre “ho vinto”, non sempre ho avuto ragione. Non sono sempre bravo, faccio molti errori, diventando poi molto scortese con me stesso peggiorando così la mia salute poiché si moltiplica il dolore della presunta sconfitta.

Man mano che passano gli anni e osservo le cose più attentamente, mi rendo sempre più conto dell’esistenza di un’opzione alternativa, una terza via.

Nel tessuto della storia emergono personaggi che rappresentano modelli ricorrenti di comportamento umano. Il rinomato psichiatra svizzero Carl Gustav Jung li definiva “archetipi”, sostenendo che rappresentassero una forma di conoscenza innata, un’eredità tramandata dai nostri progenitori. Jung ne identificò 12, ma esistono svariate interpretazioni e variazioni di questi modelli. Ad esempio, gli dei della mitologia greca rappresentano un altro insieme di archetipi, mentre l’Enneagramma ne elenca nove. La quantità esatta non è fondamentale; ciò che conta è l’utilizzo di questi archetipi come strumento per categorizzare e comprendere i comportamenti umani.

C’è un archetipo da cui sono molto attratto ultimamente. Un archetipo che in qualche modo mi “parla”, e che penso contenga una grande saggezza: “il Matto”.

Il Matto, dal mio deck di Tarocchi di Marsiglia

Molte persone vedono la figura del matto, dello sciocco o del folle, in una luce negativa, associandolo a imprudenza e scarsa perspicacia. Tuttavia, come sottolineato da Shakespeare, “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”.

I tarocchi, in origine, non erano altro che carte da gioco. Le prime testimonianze del loro utilizzo risalgono al XV secolo, provenienti da Milano, Ferrara e Bologna. Un mazzo è composto da 78 carte, suddivise in Arcani maggiori e minori. Mentre i 56 Arcani minori possono essere paragonati alle attuali carte da poker, i 22 Arcani maggiori sono numerati da 0 a 21. La carta associata al matto è lo zero, simbolo di un potenziale ancora inespresso, un inizio puro.

In una certa interpretazione, il matto è il protagonista di un viaggio, e le altre 21 carte degli Arcani maggiori delineano il suo cammino attraverso i misteri della vita. Questo “sciocco” si trasforma in un eroe, audace nel suo desiderio di esplorare l’ignoto e abbracciare nuove avventure. Una delle rappresentazioni più iconiche, quella dei Tarocchi Rider-Waite, lo ritrae sull’orlo di una scogliera, sfidando i pericoli dell’ignoto. Questo personaggio, nel suo viaggio, incontra sfide e ostacoli, ma attraverso le sue esperienze, positive o negative, matura e cresce. Questa è una celebrazione della curiosità e dell’evoluzione continua dell’individuo, guidata dalle esperienze vissute.

Capite bene che l’essere creativi non può avere nulla a che fare con la visione binaria della vita, né tanto meno con la preoccupazione dell’approvazione degli altri. Il matto non aspetta il permesso, il matto è un liberatore perché non ti lascia prenderti così sul serio. Il matto ha un rispetto immenso per la vita poiché con essa ci gioca.

Prova, in quest’ottica, a leggere — o rileggere — il Genesi della Bibbia, senza lenti da credente, qualsiasi sia il tuo credo. Intanto noterai come, anche nella versione ufficiale del CEI, ci siano scritte cose diverse rispetto alla favoletta per bambini che si usa raccontare. Riprendi il racconto con protagonisti il Serpente, Eva, Adamo e Dio. Perché Eva viene “tentata” di raccogliere e mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza, quali sono le parole del Serpente, quali quelle di Dio, e cosa accade quando Dio cerca Adamo ed Eva nel Giardino dopo che questi hanno “aperto gli occhi”. E poi dimmi se questi quattro personaggi sono o non sono diverse sfaccettature del Matto, ben poco divini (Dio compreso) e meravigliosamente umani.

Un abbraccio 🤗

Luca