Disagio Creativo

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Disagio Creativo n.018

Ho spesso la sensazione che il cervello umano venga sottovalutato. Eppure, parte tutto da lì. Anche quando si cerca di fare la distinzione, senza comprenderla, tra “pensare” e “sentire”, dimenticando — o facendo finta di dimenticare — che è tutta una questione di chimica organica. Capisco che qualcuno così potrebbe pensare di star perdendo la magia, per esempio della serendipità di un sentimento. Per me invece la conferma, e la accresce. È come se ognuno di noi risuonasse a incantesimi diversi, pattern differenti che ci accendono, o ci spengono, ci fanno innamorare di qualcuno o ci fanno prendere le sue distanze, ci attivano nel compiere azioni o ci fanno procrastinare. E tutto questo dipende inizialmente da fattori che non sono prodotti diretti delle nostre azioni, ma è come se fossero scritti all’interno del nostro DNA (scientificamente non è proprio così, ma rende bene l’idea). 

Per questa ragione, soprattutto, da 2–3 anni a questa parte, passo diverso tempo delle mie giornate nell’approfondimento della mente, da diversi punti di vista e con differenti metodi e strumenti. Perché ero arrivato al punto di sentirmi totalmente in balia della mia mente, senza averne il controllo. La cosa interessante è aver notato come discipline diverse — tra cui psicologia, neuroscienze, spiritualità, l’arte stessa — puntino allo stesso scopo: padroneggiare la propria mente. O come direbbero gli americani, mastering your mind

Creata con Midjourney

La mente può essere in parte riprogrammata, e questo è un fatto (online trovi una marea di paper scientifici sul tema). Come? Con le giuste “formule magiche” di cui prima, e ognuno deve trovare le proprie. Per questo motivo non sono un fan dei “consigli”: se qualcosa ha funzionato per me, non è detto che possa funzionare per te.

La cosa positiva è che esiste una formula di base comune a tutti, esiste una via maestra in questo territorio informe e dissestato: prendere il sentiero che inizialmente non ci fa sentire a nostro agio. È qui che, andando a fondo, comprendi la differenza tra “pensare” e “sentire”: pensando ti puoi raccontare cazzate (i cosiddetti wishful thinking, le speranze), se invece dici ciò che senti metti in crisi la tua mente (e qui sta l’intuizione, non la speranza) e la tua trasformazione inizia.

È come suonare jazz. Il jazz ha delle regole musicali precise (che nella vita di tutti i giorni possiamo avvicinarle all’applicazione di buone pratiche quotidiane, ad esempio «ogni mattina alle 8 mi metto a scrivere/meditare/disegnare»), su cui poi introduci ritmo e improvvisazione (ossia intuizione) per costruire armonia.

Quando hai una intuizione ti senti scomodo/a, le fantasie e le speranze non ti fanno sentire così. Sai bene che le intuizioni ti danno una sensazione strana, come una scossa. E con una chiara intuizione provi anche una sensazione di coraggio e di forza, senti una sorta di batteria nel tuo stomaco. Questo perché stai attivando un riflesso che si chiama “attacca o fuggi”, poiché la tua mente cerca di proteggerti dall’ignoto. Il nostro corpo, per prepararci alla fuga o al combattimento, stimola delle ghiandole che iniziano a produrre sostanze chimiche, il cortisolo e l’adrenalina. La conseguenza sarà un incremento della respirazione, del battito cardiaco, una circolazione sanguigna più veloce, al fine di far arrivare più ossigeno al cervello e agli arti. E se l’ossigeno va a concentrarsi maggiormente in alcune aree, altre ne avranno meno, come lo stomaco appunto, nel quale si creerà quella sensazione di formicolio, di “farfalle”, di batteria in funzione.

Infatti è comune per i creativi aver problemi di stomaco (purtroppo 😂); anche qui, scrivendo su Google qualcosa tipo “scientific paper on why creative people have stomach issue”, magari aggiungendo anche il dorkfiletype:pdf”, troverai un bel po’ di risultati 🤓.

La sensazione di malessere comincia ad affievolirsi quando inizi a seguire l’intuizione. Lo sento, lo dico, lo faccio. Toh, guarda: scienza e sciamanesimo dicono la stessa cosa. Incredibile, ve’? 😏

🤲 Esercizietto

Se vuoi provare a creare nuovi pattern neuronali e ad accogliere meglio le intuizioni, c’è un piccolo esercizio che ho personalmente trovato molto utile. Ogni mattina, per almeno 20 giorni — che è il tempo necessario per il nostro cervello nell’abituarsi a qualcosa di nuovo — appena sveglio/a vai in bagno e lavati i denti usando lo spazzolino con la mano sinistra se sei destrorso/a, o il contrario; poi, guardandoti allo specchio ripeti almeno 10 volte una frase che può farti stare bene (ad esempio «ti amo», oppure «oggi sarà una giornata bellissima»); infine 25 respiri esagerati e veloci. Fammi sapere 😃

Un abbraccio 🤗

Luca