Disagio Creativo

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Disagio Creativo n.001

💭 Perché “Disagio Creativo”?

Era fine dicembre di 6 anni fa, quando una sera, con un amico a Torino, sorseggiavamo un grappino e ci lamentavamo di… un po’ tutto.

«E se andassimo a Los Angeles a vedere come vivono i creativi?».

Volevamo conoscere persone per le quali la creatività fosse l’ingrediente principale delle loro “ricette di successo*”. E capire se anche lì vivessero il nostro stesso disagio. Per farlo creammo la “scusa” di voler girare una docuserie chiamata “Disagio Creativo”, di cui potete ancora trovare alcuni episodi su La Stampa, il giornale per cui lavoravo all’epoca.

*Su cosa significhi il termine “successo” scriverò sicuramente una puntata di questa newsletter ma non è il tema di oggi.

Due mesi dopo eravamo su un aereo Norwegian — posti molto stretti in economy, niente da bere e da mangiare per 13 ore: stavamo un po’ come si sentiva la nostra mente, a disagio insomma — pronti per un’avventura che, nel bene e nel male, ci condizionerà fino a oggi.

Da lì in poi mille domande, e una manciata di risposte.

💫 Cos’è questa newsletter?

Tra tutte queste risposte, l’unica che voglio dare per certa è che la creatività è la vita. La capacità di comprendere i cambiamenti e sfruttarli per crescere.

Il resto è e sarà una riflessione, un punto di vista su mie esperienze, su letture, su sensazioni ed emozioni. Spunti che mi va di condividere.

Alcuni di questi potrebbero parlarti, altri no. Altri potrebbe risvegliare in te una conoscenza interiore che avevi dimenticato di avere. Tieni ciò che serve e lascia andare il resto. L’importante è continuare a cercare: a guardare più a fondo, ad allontanarti, o ad avvicinarti. Insomma, ad aprirti a delle possibilità per un nuovo modo di essere.

Il pittore Robert Henri diceva:

«Il fine non è fare arte,

ma ritrovarsi in quel meraviglioso stato

che rende l’arte inevitabile».

🤔 Come si arriva in quello stato?

Direi “sintonizzandosi”.

A inizio giugno ho passato 5 giorni in una tenuta in Umbria, per un ritiro spirituale-sciamanico, tenuto da Foster e Kristos Perry, uno sciamano e un ermetico-cabalista. Parlando di idee e di creatività, c’è una frase che hanno detto, e che avevo già trovato in diverse letture, che è più o meno così:

«Se hai un’idea che ti entusiasma, ma poi non le dai corso, spesso l’idea finirà per trovare la propria voce grazie a un altro tramite. E non perché l’altra persona l’avrà rubata ma perché per quell’idea era giunto il momento di compiersi».

Ecco, credo che le nostre menti siano un po’ delle traduttrici in realtà di pensieri che fluttuano, e a seconda dei nostri interessi siamo più sensibili a certe idee e meno ad altre. Ma come si può captare un segnale che non può essere né udito né definito? Il trucco credo sia non cercarlo. Né tentare di prevederlo o di capire come fare per raggiungerlo. Piuttosto, dovremo trovare il modo per fargli spazio. Uno spazio talmente sgombro dall’abituale marasma della nostra mente che funzioni come un vuoto. Uno spazio vuoto che risucchi le idee che fluttuano. Se ci pensi, da bambini lo facevamo: accettavamo le nuove informazioni con gioia, senza confrontarle con le nostre convinzioni, vivendo nel momento invece di preoccuparci delle conseguenze future. Eravamo spontanei, non analitici, curiosi e non disincantati.

Creata con Midjourney

Il recupero della nostra versione bambina è una delle cose più difficili che io abbia mai affrontato. E sono solo all’inizio.

🤲 Cosa ricevere

Ciò che mi sento di offrire, poiché ne ho potuto sperimentare l’efficacia, è: iniziare.

Ci sono mille esercizi possibili, ma vi condivido quello offerto da Michael Atavar nel libro “Being Creative”, riportandovelo in lingua originale:

«Take a deep breath.

As you exhale, write on the page, not in a fixed way, but attempting to be uncontrolled, fluid. Note down words: adjectives, colours, feelings. Write until you reach the point when you need to take an in breath.

Then look back — what did you discover? Don’t worry if you can’t make sense of what you have written (this is often our fear: that it has to be something straightaway).

The main thing is that you have begun.

Congratulations».

Un abbraccio 🤗

Luca