Disagio Creativo n.004

Già un mese di Disagio Creativo, e mai una volta in cui ho inviato la newsletter entro le 8 del mattino come mi ero prefissato. Amen, migliorerò 😃

Oggi in viaggio da Roma a Torino: qualche giorno per vedere gli amici, passare dal commercialista, e altre faccende minori.

In queste ultime settimane mi è presa l’ansia del guadagno. Non posso dire di passarmela male ma, complice anche il trovare un nuovo appartamento nella Capitale, provo un senso di schifo nei confronti del costo della vita oggi in Italia, e non mi va di centellinare le volte in cui voglio regalarmi una cena fuori, o i biglietti per il cinema o per una mostra, o ancora decidere di farmi un viaggio a caso che non sia nelle due settimane d’agosto. Allo stesso tempo, però, devo riuscire a preservare il tempo che sto dedicando a fare ciò che amo e che oggi (e chissà per quanto tempo ancora) non mi porta guadagno, oltre al tempo che dedico a me stesso e che voglio che aumenti (cura dello spirito, della mente e del corpo).

Penso sia totalmente ingiusto il modo di vivere che la società ci ha imposto, soprattutto a “noi” millennial: manca completamente il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Su questo posso ritenermi fortunato rispetto alla media, certo, ma sento che per me non è abbastanza.

Quindi come fare? Devo sicuramente migliorare il mio lato imprenditoriale, che ho sempre sottovalutato. C’è stato un momento nella mia vita, nel 2015, in cui avrei potuto cavalcare l’onda startup: avevo un progetto all’incubatore I3P del Politecnico di Torino, Meseum. Preferii vendere il codice sorgente della piattaforma piuttosto che mettermi in società a Londra e provare a crescere. Un po’ perché — scusa il francese — mi cagavo sotto, un po’ perché volevo proseguire la strada del giornalismo. Ho fatto bene? A oggi ti dico di no, ma ho seguito l’istinto. Senza dubbio non ero pronto a fare l’imprenditore, dato che non lo sono nemmeno oggi.

Mi sto rendendo sempre più conto che se sei un creativo, se vuoi vivere da creativo, devi essere un imprenditore. Nel mio caso, che magari non è il tuo, per esserlo devo confrontarmi con persone diverse, ascoltare cose diverse, studiare cose diverse.

👥 Le persone

Su ogni social media, in ogni conferenza, ovunque insomma, sentiamo dire: «circondati di persone simili a te; rimuovi quelle “tossiche”; trova un mentore», eccetera.
Grazie, Graziella e grazie al ca. 🥲
È naturale che accada: se hai determinati interessi, se frequenti una determinata “bolla” è ovvio che tu finisca per circondarti di persone simili, di ritenere “tossiche” quelle che hanno visioni opposte alle tue, e magari di incontrare luminari che possano insegnarti qualcosa.

Credo che per un creativo sia fondamentale rompere quelle bolle, ascoltare attivamente persone a noi distanti, senza giudizio ma con la voglia di cogliere quelle sfumature che potrebbero aiutare la nostra crescita, e allo stesso modo alcune parti di noi potrebbero ispirare loro.

Se non ti confronti non cresci. A qualunque età. Il continuo rimbalzare all’interno della propria bolla non fa’ altro che intorpidire, trasformando persone in dischi rotti, individualità in gregge.

Creata con Midjourney

🤲 Cosa ricevere

Il materiale per la nostra creazione è sempre intorno a noi. È nelle nostre conversazioni, nella natura, negli incontri casuali, e nelle opere d’arte già esistenti. Quando ti serve la soluzione a un problema creativo, presta molta attenzione a quello che ti succede intorno. Fa’ caso a particolari segni che ti possano indicare nuovi metodi o nuovi modi per sviluppare ulteriormente le idee che hai già. Se restiamo aperti, riceveremo questo tipo di messaggi continuamente. Un esercizio utile potrebbe essere aprire un libro a una pagina a caso e leggere la prima frase su cui ti casca l’occhio. Cerca di capire se quello che c’è scritto potrebbe in qualche modo applicarsi alla tua situazione. Ogni apparente attinenza potrebbe essere casuale, ma considera anche la possibilità che non lo sia affatto. Quando gli indizi si manifestano, a volte ricordano il delicato meccanismo di un orologio. Come se l’universo volesse gentilmente posarci una mano sulla spalla per farci capire che è dalla nostra parte, e che vuole fornirci tutto ciò che ci serve per portare a termine la nostra missione.

Un abbraccio 🤗

Luca

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