Disagio Creativo n.005

Nel corso della settimana, tra grappe gialle e conversazioni interessanti, mi è tornata in mente la storia di come Gabriel García Márquez spedì il manoscritto di “Cent’anni di solitudine” all’editore argentino. Non aveva abbastanza soldi per inviarlo tutto, poiché pesava troppo. Così lo divise in due e spedì la prima parte. Per inviare la seconda, lui e la moglie Mercedes decisero di vendere la stufa, il frullatore, e l’asciugacapelli.

Ci credeva così tanto in ciò che aveva creato, e Mercedes con lui, da rischiare di rimanere al freddo.

E allora mi sono chiesto: «Per cosa farei la stessa cosa? Per quale idea o progetto venderei la mia stufa?».

Creata con Midjourney

È con domande del genere che si fa pulizia.

Emendando il superfluo.

Arrivando al nucleo.

Tra tutti i significati che si possono dare all’atto creativo, c’è sicuramente il “rischio”. E per rischiare serve avere un “perché” molto forte. Così come quando si rischia di stare male perché si ama una persona.

Si sta in equilibrio costante tra la dannazione e l’estasi: quel “perché” è talmente potente che gli inferi sembrano affrontabili.

Quindi, che fare? Come possiamo trovare ciò che potrebbe spingerci fino a rischiare il freddo?

Credo lasciandosi coinvolgere dalle emozioni. Che siano positive o negative. Viverle deve diventare una pratica. E nella pratica o si è coinvolti oppure no.

Non ha senso dire: «Non sono capace». Sarebbe come dire: «Non sono capace di essere un monaco». O vivi da monaco, o non vivi da monaco.

O vivi le emozioni, oppure no. O sei aperto alla creatività, oppure no.

L’opera creativa non è il risultato: la vera opera del creativo è un modo di essere nel mondo. Nel mondo esterno così come nel mondo interiore.

🤲 Cosa ricevere

Si tende a considerare la vita come una serie di esperienze esterne. E a credere di dover vivere un’esistenza esteriormente straordinaria per poter avere qualcosa da condividere. Spesso ciò che percepiamo nel nostro mondo interiore viene totalmente ignorato.

Se ci concentriamo su ciò che accade dentro di noi — sensazioni, emozioni, schemi di pensiero — troveremo materiale in abbondanza. Il nostro mondo interiore è interessante, meraviglioso e sorprendente quanto la natura stessa. In fondo, ne è a sua volta frutto.

Quando entriamo dentro di noi, processiamo ciò che accade fuori da noi. Non siamo più entità separate. Siamo connessi. Siamo una cosa sola.

Alla fine, non fa differenza se il contenuto della tua opera proviene da dentro oppure da fuori. Se ti si presenta alla mente un bel pensiero o una bella frase, o se assisti a un tramonto mozzafiato, una cosa non sarà meglio dell’altra.

Su questo, oggi non ho esercizi da suggerire, poiché ne sto provando alcuni io stesso in questo periodo. Ma la prossima settimana partirò da qui.

Un abbraccio 🤗

Luca

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